La voce del Popolo – Il ruolo di Esa per la prevenzione
Brescia. Quest’estate ESA – Educazione alla Salute Attiva onlus, costituita a Brescia nel 2007 con la finalità di informare e sensibilizzare le donne giovani sulla prevenzione del tumore al seno, aveva lanciato sul nostro territorio, in collaborazione con EuropaDonna, una raccolta firme per presentare una mozione in Regione Lombardia al fine di aiutare le donne con alto rischio ereditario di sviluppare un tumore al seno o all’ovaio.
Il tema che si è voluto affrontare con la mozione – ci racconta la Presidente di ESA Nini Ferrari – parte da una serie di dati scientifici noti in base alle rilevazioni statistiche più recenti, secondo cui il tumore al seno colpisce una donna su 8 nell’arco della vita ed è la prima causa di mortalità per tumore nel sesso femminile, con un tasso di mortalità del 16% di tutti i decessi per morte oncologica; il 5% di questi tumori è ereditario, cioè dovuto ad alterazione genetica e si sviluppa in famiglie ad alto rischio ( come ad esempio con almeno due casi di cancro mammario precoce cioè prima dei 40 anni, magari bilaterale, o con un caso di cancro ovarico sempre in parenti molto prossimi fra loro); la donna portatrice di mutazione genetica ha un rischio di contrarre la malattia tumorale al seno nell’arco della vita sino all’80%, oltre al rischio di contrarre cancro all’ovaio fra il 20 e il 40%, rischio al contrario, assai ridotto nella popolazione generale; accanto a questi dati che spaventano si deve assolutamente tener conto del fatto che la percentuale di guarigione supera il 95% se la diagnosi è precoce e la cura è idonea e specializzata.
A fronte di questa elevata propensione a contrarre la malattia, purtroppo le donne in queste condizioni devono oggi sostenere a proprie spese tutti i controlli senologici ravvicinati o comunque predisposti in base ad uno screening personalizzato con cifre che possono raggiungere anche i 500 euro annui.
Si è allora pensato di portare avanti un progetto che avesse quali obiettivi quello da un lato di offrire alla donna e alla sua famiglia uno screening personalizzato per abbassare la quota di rischio con interventi mirati quali la diagnosi genetica, la mammografia, la risonanza magnetica, la chirurgia esplorativa e profilattica tarati sulle esigenze delle singole pazienti, dall’altro quello di espandere questa cultura della prevenzione sul territorio, facilitando la formazione di una rete fra centri in grado di effettuare i test genetici e puntando sulla formazione del personale medico-ospedaliero e dei medici di base, con l’aiuto delle Istituzioni coinvolte nella gestione della sanità, cioè, per noi, la Regione Lombardia.
Così, quest’estate abbiamo aderito alla campagna lanciata da EuropaDonna per la raccolta di firme per presentare una mozione urgente alla Giunta Regionale; raggiunto il milione di firme in tutta la Lombardia, è stata presentata la mozione e martedì 8 ottobre è stata discussa in aula; con l’aiuto del consigliere regionale Mauro Parolini e di altri consiglieri mostratisi sensibili al tema la mozione è passata, recependo l’invito alla Giunta di valutare l’estensione del progetto RAL (rete alti rischi) in tutto il territorio lombardo e soprattutto a trovare le risorse sul bilancio 2014 “…. per l’abolizione del ticket sanitario per gli esami riguardanti la prevenzione del tumore al seno e patologie collegate per il target di donne ad alto rischio individuate tramite lo screening genetico.”.
“Siamo davvero soddisfatte di questo risultato che è soltanto il primo step per giungere alla giusta difesa delle donne che vivono con un grado di rischio elevatissimo di contrarre una malattia grave, che, se diagnosticata in tempo consente un’alta percentuale di guarigione, ma che se individuata tardi porta ancora alla morte. ESA sarà in prima linea nel portare avanti con tutte le Istituzioni coinvolte e sensibili il progetto ricordando che la prevenzione è un diritto ma anche un dovere di ogni cittadino per sé e per la propria famiglia, oltre che per la collettività che, contribuendo a mantenere più sani i cittadini, avrà anche più risorse per curare i malati più gravi.”.
di Nini Ferrari